I cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta e i loro effetti negativi sulle città e sui territori ci obbligano a riconsiderare il rapporto tra uomo e natura, messo in crisi dall’idea di sviluppo, eccessivamente antropocentrica, che ha orientato le trasformazioni urbane e territoriali degli ultimi due secoli. La necessità di riarmonizzare questo rapporto, finalmente riconosciuta dalle istituzioni governative, è diventata una delle priorità delle politiche globali e nazionali, espressa dalle ‘missioni’ strategiche della “rivoluzione verde” e della “transizione ecologica”. In architettura, le istanze di queste ‘missioni’ investono sia le scale del territorio e della città che quelle del quartiere e dell’edificio, traducendosi in obiettivi come quelli della forestazione, della neutralità climatica e dell’efficientamento energetico. Il contributo si focalizza sul tema della forestazione urbana, provando a ricondurlo all’interno di un’idea di città e ad affrontarlo dal punto di vista morfologico, liberandolo da ogni ideologia ecologista. L’obiettivo condivisibile della forestazione non può, infatti, ridursi ed esaurirsi nell’ammantare di vegetazione gli edifici e la città, secondo i modelli seducenti del “Bosco Verticale” o della “Forest-City”. Esso impone piuttosto un ripensamento delle forme urbane della natura, da quella del giardino a quella del parco, e una loro ri-significazione nell’ambito di una nuova idea di città che sappia interpretarne la presenza e il ruolo, compreso quello ecologico. La sfida per chi si occupa del progetto e del governo della forma della città è quella di concepire la forestazione non soltanto come strumento di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e di riduzione del consumo di energia ma anche come occasione di ‘ri-forma’ della città, coniugando gli aspetti ecologici con quelli relativi alla forma e allo spazio urbano. In questa prospettiva, i brani residui di natura nella città, le aree della dismissione e i lacerti di campagna abbandonata delle periferie costituiscono una potenzialità in chiave morfologica e spaziale, oltreché in chiave green, per il rinnovamento della forma urbana secondo un’idea di città che assuma la natura come contesto di costruzione dei suoi nuovi luoghi.

'CittàNatura'. La forestazione urbana come occasione di ripensamento della forma della città

Defilippis Francesco
2022-01-01

Abstract

I cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta e i loro effetti negativi sulle città e sui territori ci obbligano a riconsiderare il rapporto tra uomo e natura, messo in crisi dall’idea di sviluppo, eccessivamente antropocentrica, che ha orientato le trasformazioni urbane e territoriali degli ultimi due secoli. La necessità di riarmonizzare questo rapporto, finalmente riconosciuta dalle istituzioni governative, è diventata una delle priorità delle politiche globali e nazionali, espressa dalle ‘missioni’ strategiche della “rivoluzione verde” e della “transizione ecologica”. In architettura, le istanze di queste ‘missioni’ investono sia le scale del territorio e della città che quelle del quartiere e dell’edificio, traducendosi in obiettivi come quelli della forestazione, della neutralità climatica e dell’efficientamento energetico. Il contributo si focalizza sul tema della forestazione urbana, provando a ricondurlo all’interno di un’idea di città e ad affrontarlo dal punto di vista morfologico, liberandolo da ogni ideologia ecologista. L’obiettivo condivisibile della forestazione non può, infatti, ridursi ed esaurirsi nell’ammantare di vegetazione gli edifici e la città, secondo i modelli seducenti del “Bosco Verticale” o della “Forest-City”. Esso impone piuttosto un ripensamento delle forme urbane della natura, da quella del giardino a quella del parco, e una loro ri-significazione nell’ambito di una nuova idea di città che sappia interpretarne la presenza e il ruolo, compreso quello ecologico. La sfida per chi si occupa del progetto e del governo della forma della città è quella di concepire la forestazione non soltanto come strumento di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e di riduzione del consumo di energia ma anche come occasione di ‘ri-forma’ della città, coniugando gli aspetti ecologici con quelli relativi alla forma e allo spazio urbano. In questa prospettiva, i brani residui di natura nella città, le aree della dismissione e i lacerti di campagna abbandonata delle periferie costituiscono una potenzialità in chiave morfologica e spaziale, oltreché in chiave green, per il rinnovamento della forma urbana secondo un’idea di città che assuma la natura come contesto di costruzione dei suoi nuovi luoghi.
2022
Transizioni. L’avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura
9791280379023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/258700
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