Il porto teatroide. Metodi e tecniche per la riforma della città-porto mediterranea = Port as theater. Methodologies and techniques for the renovation of the mediterranean port city

The port-city is the result of a relationship, which has been defined and reformulated over the centuries, depending on the character of permeability and dependence, or vice versa, detachment and indifference, between the two different parts that compose it. Mediterranean ports, unlike other European ports that have decommissioned, relocated and converted entire neighborhoods and urban parts to urban use, still coexist today in a condition of overlap with the consolidated city. The port, within the limits imposed by coastal morphology, is internal to the body of the city, even in its contemporary territorial dimension. This phenomenon, result of a long process of stratification of uses over time, together with the difficulties in recognizing the parts of a heterogeneous "whole", made of full and empty spaces, causes the indeterminateness of the transformation of the Mediterranean port cities. At the same time, it offers opportunities to reflect on alternative methods of building a port city. The body of water, that defines the territorial limits of the port, is transformed today in infrastructural surface, as a medium able to keep functionally together the different harbour sections. The “natural void” of water, could open to new interpretations, constituting as the necessary interval for the recognition of port areas, and their dialogue with the key elements of the city. A relationship clearly expressed in the Mediterranean ports of the past, which was based on the character of visibility, and on the construction of a scenography: circumscribed by geographical physical limits and that had for point of view, the representation of the city from the sea. Within this operational context, the present doctoral research thesis, which aimed to investigate the "formativity" an idea of a city-port that could express a synthesis between the quality of a unitary project and the multiplicity and complexity of activities related to the port microcosm. To do this, it is necessary to refound the point of view on port cities, in a perspective that overcomes the "blindness" (expressed in the interventions of recent decades) of the dichotomous and exclusive vision, between port area and urban area. Then modify the processes of knowledge, even before the forms of intervention. The research interest was directed to the description and analysis of the founding characteristics of the Mediterranean port city. Starting from a rediscovery of the identity aspects of geographical exceptionalities, constituted by natural ports. In the same way, and in a complementary form, we tried to list and interpret the artificial "technical forms" that populate, stratified over time, the contemporary port space. The physical forms of the landing strongly condition the formal structures of port activities; as much as the artificial forms influence the conformation of the parts of city in proximity to the shore line and whole pieces of landscape. A central focus of the research was to develop a method that would investigate transformative modes, suggesting appropriate categories and responses. An interpretative atlas of some project experiences, carried out in recent decades, has been developed, that can constitute "good practices" for the purpose of enhancing the relationship between port and city. An “abacus” that aims to translate the "techniques" of design, endowed with general value, and therefore applicable to different contexts, composing a "toolkit" intended for the actors of regenerative processes. The innovative nature of this research, specifying the field of investigation in relation to the entire Mediterranean basin, consists in the use of new design methodologies, that focus on the value of architectural form in defining the identity of spaces. A method at the basis of both critical-analytical work, and experiments on the project, which has been materialized in a proposal for intervention on the port of Bari.

La città-porto è nella sua forma costitutiva l’esito di una relazione, che si è definita e riformulata nei secoli, a seconda del carattere di permeabilità e dipendenza, o viceversa, di distacco e indifferenza, tra le due diverse parti che la compongono. I porti del Mediterraneo a differenza degli altri porti europei che hanno dismesso, delocalizzato e riconvertito ad uso urbano interi quartieri e parti urbane, convivono ancora oggi in una condizione di sovrapposizione con la città consolidata. Il porto, nei limiti imposti della morfologia costiera, è interno al corpo della città, finanche nella sua dimensione territoriale contemporanea. Questo fenomeno, esito di un lungo processo di stratificazione di usi nel tempo, assieme alle difficoltà a riconoscere le parti di un “tutto” eterogeneo, fatto di pieni e vuoti, spazi abitati e spazi abbandonati, causa l’indeterminatezza della modalità trasformative del territorio delle città-porto mediterranee. Allo stesso tempo, offre le opportunità di riflettere su un’alternativa ai metodi di costruzione della città portuale. Lo specchio d’acqua, che definisce i limiti territoriali del porto, si è trasformata oggi in superficie infrastrutturale, unico medium in grado di tenere funzionalmente assieme delle diverse parti e sezioni portuali. Il vuoto naturale d’acqua, potrebbe aprirsi a nuove interpretazioni, costituendosi come l’intervallo necessario al riconoscimento degli ambiti portuali e del loro dialogo con gli elementi cardine della città. Un rapporto chiaramente espresso nei porti mediterranei del passato, che si fondava sul carattere di visibilità, e sulla costruzione di una scenografia: circoscritta dai limiti fisici geografici e che aveva per punto di vista, la rappresentazione della città dal mare. All’interno di questo contesto operativo, si inserisce la presente tesi di ricerca dottorale, che ha inteso indagare la “formatività” di un’idea di città-porto che potesse esprimere una sintesi tra la qualità di un progetto unitario e la molteplicità e complessità di attività e funzioni legate al microcosmo portuale. Per fare ciò, risulta necessario rifondare il punto di vista sulle città portuali, in una prospettiva che superi la “cecità” (espressa negli interventi degli ultimi decenni) della visione dicotomica ed escludente, tra area portuale ed area urbana. Quindi modificare i processi di conoscenza, prima ancora delle forme di intervento. L’interesse della ricerca è stato rivolto alla descrizione e analisi dei caratteri fondativi della città-porto mediterranea. A partire da una riscoperta degli aspetti identitari delle eccezionalità geografiche, costituite dai porti naturali. Allo stesso modo, ed in forma complementare, si è provato ad elencare e interpretare le “forme tecniche” artificiali che popolano, stratificatesi nel tempo, lo spazio portuale contemporaneo. Le forme fisiche dell’approdo condizionano fortemente le strutture formali e le disposizioni delle attività del porto; tanto quanto le forme artificiali influenzano la conformazione delle parti di città in prossimità della linea di riva ed interi brani di paesaggio. Un obiettivo centrale per la ricerca è stata la messa a punto di un metodo che indagasse sulle modalità trasformative, in grado di suggerire categorie, e risposte, adeguate. È stato sviluppato un atlante interpretativo di alcune esperienze progettuali, svolte negli ultimi decenni, che possano costituire “buone pratiche” ai fini della valorizzazione della relazione tra porto e città. Un abaco che mira alla traduzione delle “tecniche” progettuali, dotate di valore generale, e quindi applicabili a diversi contesti, componendo un “toolkit” destinato agli attori dei processi rigenerativi. Il carattere di innovatività che propone questa ricerca, precisando il campo di indagine rispetto all’intero bacino del Mar Mediterraneo, consiste nell’uso di rinnovate metodologie progettuali, che mettono al centro il valore di sistema e il ruolo che ha la forma architettonica nella definizione dell'identità degli spazi. Un metodo alla base sia del lavoro critico-analitico, che delle sperimentazioni sul progetto, concretizzatosi in una proposta di intervento sul porto di Bari.