La forma del territorio salentino possiede una sua chiara identità di città-territorio polinucleare che deriva dalla permanenza della relazione tra paesaggio e sistema insediativo: le forme odierne della natura sono il risultato di una stratificazione delle strutture antropiche territoriali (tracciati, centuriazione e divisione agraria romana) e della forma fisica della terra mentre le forme costitutive del sistema insediativo ( paesi, casali, Terre, conventi, masserie) sono elementi di una consolidata tradizione abitativa della campagna ed in armonia con essa. Il rapporto di interdipendenza tra campagna e città è condizione distintiva e permanente, un modello insediativo/abitativo in cui la campagna è parte integrante della città e viceversa: la forma compiuta dei nuclei urbani, la relazione tra la loro grandezza e l’estensione dei fondi agricoli di pertinenza, la relazione diretta tra la struttura medievale delle città e la struttura agraria, il rapporto visivo e di distanza tra i singoli centri urbani e le parti di campagna di pertinenza sono i caratteri propri di questo territorio. Le trasformazioni di lungo periodo dell’assetto agrario hanno influito fortemente sulla forma del territorio e del sistema insediativo rimanendo tuttavia leggibili e stratificate come un palinsesto: sono infatti riconoscibili la struttura maglia ortogonale orientata di origine romana, la struttura radiale che si diparte da alcuni centri abitati, la maglia irregolare di alcuni latifondi, il fitto mosaico agrario compreso tra i centri urbani. L’idea di città-territorio policentrica si declina in modo conforme ad una condizione di finibus terrae cioè all’interno di un ambito geografico delimitato e circoscritto in cui il territorio mantiene una sua isotropia priva di forti polarità e gerarchie; il relativo modello insediativo è “armato” da un fitto reticolo di tracciati che delimitano le superfici agrarie ed ai cui nodi si incardinano centri urbani e presidi di piccole dimensioni di forma razionale o spontanea. Il sistema insediativo segue cinque modelli formali principali (a stella, a corona, pendoli, sistemi lineari, a grappolo) particolarmente significativi in funzione della loro capacità di corrispondere alla forma agraria ed alla forma fisica del territorio delle Serre. Tra la Lecce-Leuca e la costa adriatica si possono poi individuare alcune polarità non unitarie ma costituite da sistemi di 3-4 piccole città tra loro legate funzionalmente a costruire un concetto allargato di urbanità, in cui anche il margine tra città e campagna si dissolve, per costruire una nuova forma di città policentrica basata sulla prossimità e sulla integrazione funzionale/specializzata dei singoli nuclei urbani vicini. La campagna parcellizzata da essi delimitata diventa parte integrante e costitutiva di una idea di città-natura. Il casale e la Terra costituiscono i paradigmi insediativi della struttura a mosaico della città-territorio salentina, espressione della relazione con la forma fisica del territorio, con il tipo e l’estensione di coltivazione (olivo) e con la presenza delle risorse (acqua). Il primo è un aggregato di case attorno ad un luogo di culto uno spazio collettivo e dei luoghi produttivi, aperto e quindi di forma nucleare o lineare oppure chiuso da mura; la seconda “Terre” ha invece forma di città elementare in quanto nucleo urbano di fondazione a schema regolare preordinato. Le Terre, concentrate nel “Salento delle Serre”, rappresentano la razionalizzazione del modello del casale secondo dimensioni determinate dal numero dei lavoratori necessari alla coltivazione di una determinata superficie terriera. La loro forma deriva dalla applicazione di modelli urbani di matrice rinascimentale alla dimensione del Casale nel momento in cui esso diventa unità abitativa elementare del territorio contrapposta al modello rurale della masseria.
Le terre : borghi murati / Montemurro, Michele. - STAMPA. - UNICO:(2018).
Le terre : borghi murati
Michele Montemurro
2018-01-01
Abstract
La forma del territorio salentino possiede una sua chiara identità di città-territorio polinucleare che deriva dalla permanenza della relazione tra paesaggio e sistema insediativo: le forme odierne della natura sono il risultato di una stratificazione delle strutture antropiche territoriali (tracciati, centuriazione e divisione agraria romana) e della forma fisica della terra mentre le forme costitutive del sistema insediativo ( paesi, casali, Terre, conventi, masserie) sono elementi di una consolidata tradizione abitativa della campagna ed in armonia con essa. Il rapporto di interdipendenza tra campagna e città è condizione distintiva e permanente, un modello insediativo/abitativo in cui la campagna è parte integrante della città e viceversa: la forma compiuta dei nuclei urbani, la relazione tra la loro grandezza e l’estensione dei fondi agricoli di pertinenza, la relazione diretta tra la struttura medievale delle città e la struttura agraria, il rapporto visivo e di distanza tra i singoli centri urbani e le parti di campagna di pertinenza sono i caratteri propri di questo territorio. Le trasformazioni di lungo periodo dell’assetto agrario hanno influito fortemente sulla forma del territorio e del sistema insediativo rimanendo tuttavia leggibili e stratificate come un palinsesto: sono infatti riconoscibili la struttura maglia ortogonale orientata di origine romana, la struttura radiale che si diparte da alcuni centri abitati, la maglia irregolare di alcuni latifondi, il fitto mosaico agrario compreso tra i centri urbani. L’idea di città-territorio policentrica si declina in modo conforme ad una condizione di finibus terrae cioè all’interno di un ambito geografico delimitato e circoscritto in cui il territorio mantiene una sua isotropia priva di forti polarità e gerarchie; il relativo modello insediativo è “armato” da un fitto reticolo di tracciati che delimitano le superfici agrarie ed ai cui nodi si incardinano centri urbani e presidi di piccole dimensioni di forma razionale o spontanea. Il sistema insediativo segue cinque modelli formali principali (a stella, a corona, pendoli, sistemi lineari, a grappolo) particolarmente significativi in funzione della loro capacità di corrispondere alla forma agraria ed alla forma fisica del territorio delle Serre. Tra la Lecce-Leuca e la costa adriatica si possono poi individuare alcune polarità non unitarie ma costituite da sistemi di 3-4 piccole città tra loro legate funzionalmente a costruire un concetto allargato di urbanità, in cui anche il margine tra città e campagna si dissolve, per costruire una nuova forma di città policentrica basata sulla prossimità e sulla integrazione funzionale/specializzata dei singoli nuclei urbani vicini. La campagna parcellizzata da essi delimitata diventa parte integrante e costitutiva di una idea di città-natura. Il casale e la Terra costituiscono i paradigmi insediativi della struttura a mosaico della città-territorio salentina, espressione della relazione con la forma fisica del territorio, con il tipo e l’estensione di coltivazione (olivo) e con la presenza delle risorse (acqua). Il primo è un aggregato di case attorno ad un luogo di culto uno spazio collettivo e dei luoghi produttivi, aperto e quindi di forma nucleare o lineare oppure chiuso da mura; la seconda “Terre” ha invece forma di città elementare in quanto nucleo urbano di fondazione a schema regolare preordinato. Le Terre, concentrate nel “Salento delle Serre”, rappresentano la razionalizzazione del modello del casale secondo dimensioni determinate dal numero dei lavoratori necessari alla coltivazione di una determinata superficie terriera. La loro forma deriva dalla applicazione di modelli urbani di matrice rinascimentale alla dimensione del Casale nel momento in cui esso diventa unità abitativa elementare del territorio contrapposta al modello rurale della masseria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.