With the crisis of Fordist capitalism and the gradual passage to “cognitive capitalism”, paralleled by the actual middle-class crisis, there is a spread of 'knowledge workers'. In such a context, once away from the sphere of the family, after concluding the university studies, for these new figures terms like flexibility, precariousness and mobility becomes new modus vivendi. The research “New Forms of Dwelling” deals with these ways of life, of how these knowledge workers live and work. The thesis focuses on the domestic aspects, housing affordability and the inadequacy of actual dwelling typologies to the new habitus of these working class. It assumes the definition of ‘collective dwelling' given by the Czechoslovakian avant-garde poet ad critic Karel Teige in his book 'The Minimum Dwelling' of 1932. This work, matured through the collaboration with Dogma in the research for the book 'Loveless: The Minimum Dwelling and its Discontents', investigates the relation between the space of the individual room and collective spaces (for intellectual and domestic labor), plus other collective spaces related to education and knowledge (lifelong learning), essential for how these 'eternal-students' work (or are attending to enter the world of cognitive jobs). Oxford and Cambridge medieval Colleges, Jeffersonian campuses, 20s American Residential Hotels and soviet Dom-Kommunas defines both spatial paradigms of dwelling and different habitus anticipating those of today’s knowledge workers. In this PhD thesis, the organisational models of these paradigmatic experiences are revisited through different categories and spatial types that are still detectible in certain contemporary experiences. In the theoretical project Long Nights building typologies are adapted to programs of dwelling according to today habitus. Historical examples are interpreted into new prototypes of collective dwellings. Moreover, their application to urban reality could be possible only through the invention and the restructure of a new Welfare model able to provide to every single worker, once away the sphere of his/her parents, and once liberated from the exploitation of precarious labor, always, globally a place to call home.

Con la crisi del capitalismo fordista e il graduale passaggio al “capitalismo cognitivo”, e con la parallela crisi della classe media, vi è una grande diffusione di 'lavoratori della conoscenza'. In tale contesto, una volta uscite dall’ambito familiare, dopo la conclusione degli studi, per queste nuove figure termini come flessibilità, precarietà e mobilità diventano dei veri e propri modus vivendi. La ricerca “Nuove Forme dell’Abitare” affronta i modi di vita, di come abitano e lavorano i knowledge workers (i lavoratori della conoscenza) mettendo a tema gli aspetti domestici, i problemi dell’accesso all’abitazione e l’inadeguatezza delle tipologie contemporanee rispetto ai nuovi habitus, utilizzando la definizione dell’abitare collettivo del poeta e critico dell’avanguardia cecoslovacca Karel Teige, nel suo noto testo del 1932 'The Minimum Dwelling'. Questo lavoro, maturato e approfondito attraverso la collaborazione con Dogma nella ricerca finalizzata con il libro 'Loveless: The Minimum Dwelling and its Discontents', approfondisce il rapporto tra spazio individuale (della stanza) e gli spazi collettivi (del lavoro intellettuale e del lavoro domestico) con l’aggiunta di altri spazi relativi alla formazione e alla conoscenza (lifelong learning), essenziali per il modo in cui lavorano (e si prestano ad entrare nel mondo del lavoro cognitivo) questi 'eterni-studenti'. I College medievali di Oxford e Cambridge, i campus jeffersoniani, i Residential Hotels americani e le Dom-Kommuna sovietiche degli anni ’20 descrivono sia dei paradigmi spaziali dell’abitare che degli habitus che hanno anticipato quelli dei knowledge workers odierni. In questa tesi di dottorato, i modelli organizzativi di queste esperienze paradigmatiche vengono rivisitati e declinati rispetto a diverse categorie e tipi spaziali che possono ancora riconoscersi in determinate esperienze contemporanee, per poi corrispondere a dei programmi dell’abitare pensati per gli habitus di oggi. Il progetto teorico Long Nights è una sintesi dei principali casi di studio reinterpretati in forma di prototipi dell’abitare, da applicare nell’ottica di un Welfare da ristrutturare e rifondare affinché ciascun lavoratore, una volta fuori dall’ambito domestico dei genitori e una volta liberato dalle forme di sfruttamento del lavoro precario, possa trovare, sempre, globalmente un luogo tale da considerare casa.

Nuove forme dell'abitare. Abitare collettivo dentro e oltre la città del capitalismo cognitivo / Korbi, Marson. - ELETTRONICO. - (2020). [10.60576/poliba/iris/korbi-marson_phd2020]

Nuove forme dell'abitare. Abitare collettivo dentro e oltre la città del capitalismo cognitivo.

Korbi, Marson
2020-01-01

Abstract

With the crisis of Fordist capitalism and the gradual passage to “cognitive capitalism”, paralleled by the actual middle-class crisis, there is a spread of 'knowledge workers'. In such a context, once away from the sphere of the family, after concluding the university studies, for these new figures terms like flexibility, precariousness and mobility becomes new modus vivendi. The research “New Forms of Dwelling” deals with these ways of life, of how these knowledge workers live and work. The thesis focuses on the domestic aspects, housing affordability and the inadequacy of actual dwelling typologies to the new habitus of these working class. It assumes the definition of ‘collective dwelling' given by the Czechoslovakian avant-garde poet ad critic Karel Teige in his book 'The Minimum Dwelling' of 1932. This work, matured through the collaboration with Dogma in the research for the book 'Loveless: The Minimum Dwelling and its Discontents', investigates the relation between the space of the individual room and collective spaces (for intellectual and domestic labor), plus other collective spaces related to education and knowledge (lifelong learning), essential for how these 'eternal-students' work (or are attending to enter the world of cognitive jobs). Oxford and Cambridge medieval Colleges, Jeffersonian campuses, 20s American Residential Hotels and soviet Dom-Kommunas defines both spatial paradigms of dwelling and different habitus anticipating those of today’s knowledge workers. In this PhD thesis, the organisational models of these paradigmatic experiences are revisited through different categories and spatial types that are still detectible in certain contemporary experiences. In the theoretical project Long Nights building typologies are adapted to programs of dwelling according to today habitus. Historical examples are interpreted into new prototypes of collective dwellings. Moreover, their application to urban reality could be possible only through the invention and the restructure of a new Welfare model able to provide to every single worker, once away the sphere of his/her parents, and once liberated from the exploitation of precarious labor, always, globally a place to call home.
2020
Con la crisi del capitalismo fordista e il graduale passaggio al “capitalismo cognitivo”, e con la parallela crisi della classe media, vi è una grande diffusione di 'lavoratori della conoscenza'. In tale contesto, una volta uscite dall’ambito familiare, dopo la conclusione degli studi, per queste nuove figure termini come flessibilità, precarietà e mobilità diventano dei veri e propri modus vivendi. La ricerca “Nuove Forme dell’Abitare” affronta i modi di vita, di come abitano e lavorano i knowledge workers (i lavoratori della conoscenza) mettendo a tema gli aspetti domestici, i problemi dell’accesso all’abitazione e l’inadeguatezza delle tipologie contemporanee rispetto ai nuovi habitus, utilizzando la definizione dell’abitare collettivo del poeta e critico dell’avanguardia cecoslovacca Karel Teige, nel suo noto testo del 1932 'The Minimum Dwelling'. Questo lavoro, maturato e approfondito attraverso la collaborazione con Dogma nella ricerca finalizzata con il libro 'Loveless: The Minimum Dwelling and its Discontents', approfondisce il rapporto tra spazio individuale (della stanza) e gli spazi collettivi (del lavoro intellettuale e del lavoro domestico) con l’aggiunta di altri spazi relativi alla formazione e alla conoscenza (lifelong learning), essenziali per il modo in cui lavorano (e si prestano ad entrare nel mondo del lavoro cognitivo) questi 'eterni-studenti'. I College medievali di Oxford e Cambridge, i campus jeffersoniani, i Residential Hotels americani e le Dom-Kommuna sovietiche degli anni ’20 descrivono sia dei paradigmi spaziali dell’abitare che degli habitus che hanno anticipato quelli dei knowledge workers odierni. In questa tesi di dottorato, i modelli organizzativi di queste esperienze paradigmatiche vengono rivisitati e declinati rispetto a diverse categorie e tipi spaziali che possono ancora riconoscersi in determinate esperienze contemporanee, per poi corrispondere a dei programmi dell’abitare pensati per gli habitus di oggi. Il progetto teorico Long Nights è una sintesi dei principali casi di studio reinterpretati in forma di prototipi dell’abitare, da applicare nell’ottica di un Welfare da ristrutturare e rifondare affinché ciascun lavoratore, una volta fuori dall’ambito domestico dei genitori e una volta liberato dalle forme di sfruttamento del lavoro precario, possa trovare, sempre, globalmente un luogo tale da considerare casa.
domestic space, collective dwelling, room, welfare, cognitive capitalism, knowledge workers
spazio domestico, casa collettiva, stanza, welfare, capitalismo cognitivo, lavoratori della conoscenza
Nuove forme dell'abitare. Abitare collettivo dentro e oltre la città del capitalismo cognitivo / Korbi, Marson. - ELETTRONICO. - (2020). [10.60576/poliba/iris/korbi-marson_phd2020]
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/192953
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