I più grandi produttori in Italia di peperoncino sono in Calabria, Puglia e Basilicata ed ultimamente si sta inserendo anche la Sicilia. La produzione italiana arriva appena al 30% del fabbisogno interno e il rimanente 70% viene importato, secco o in polvere, dall’Asia, Africa e Sud America. Per evidenziare e valorizzare le caratteristiche peculiari del peperoncino fresco locale, sono state impostate prove di campo in aree diversificate con l’obiettivo di studiare l’influenza dell’ambiente (in particolare la relazione pianta-suolo) sulle caratteristiche delle produzioni, anche al fine della connotazione territoriale. In questo lavoro si presentano i risultati preliminari ottenuti attraverso risonanza magnetica nucleare per immagine (MRI) sui prodotti di peperoncino ottenuti nel 2015, in particolare tre ecotipi calabresi e due varietà asiatiche coltivati in tre zone di produzione italiane: Diamante (Cs), Battipaglia (Sa) e Montanaso Lombardo (LO). È stato inoltre determinato il contenuto in micro (Fe, Cu, Zn, Mn, B) e macro (P, K, Ca, Mg, Na) elementi nei frutti. L’indagine MRI (Bruker Avance 300SWB) è stata usata per indagare, in modo non distruttivo, la struttura interna del peperoncino attraverso esperimenti Multi-Slice Multi-Echo, che hanno prodotto immagini pesate in T2 (Fig. 1) e in T1. Questi parametri chimico-fisici insieme ad alcuni parametri morfologici [1,2], sono stati sottoposti ad Analisi Discriminante (LDA): i dati preliminari del raccolto 2015 indicano che MRI può discriminare il luogo di produzione di peperoncini dello stesso ecotipo
Caratterizzazione MRI del peperoncino piccante fresco in funzione dell’areale di coltivazione: contributo alla connotazione territoriale / Ciampa, A.; Dell’Abate, M. T.; Rinaldi, S.; Tripodi, P.; Cardi, T.. - CD-ROM. - (2016), pp. 35-36. (Intervento presentato al convegno 5. Workshop Applicazioni della risonanza magnetica nella scienza degli alimenti tenutosi a Roma nel 26-27 Maggio 2016).
Caratterizzazione MRI del peperoncino piccante fresco in funzione dell’areale di coltivazione: contributo alla connotazione territoriale
A. Ciampa
Methodology
;
2016-01-01
Abstract
I più grandi produttori in Italia di peperoncino sono in Calabria, Puglia e Basilicata ed ultimamente si sta inserendo anche la Sicilia. La produzione italiana arriva appena al 30% del fabbisogno interno e il rimanente 70% viene importato, secco o in polvere, dall’Asia, Africa e Sud America. Per evidenziare e valorizzare le caratteristiche peculiari del peperoncino fresco locale, sono state impostate prove di campo in aree diversificate con l’obiettivo di studiare l’influenza dell’ambiente (in particolare la relazione pianta-suolo) sulle caratteristiche delle produzioni, anche al fine della connotazione territoriale. In questo lavoro si presentano i risultati preliminari ottenuti attraverso risonanza magnetica nucleare per immagine (MRI) sui prodotti di peperoncino ottenuti nel 2015, in particolare tre ecotipi calabresi e due varietà asiatiche coltivati in tre zone di produzione italiane: Diamante (Cs), Battipaglia (Sa) e Montanaso Lombardo (LO). È stato inoltre determinato il contenuto in micro (Fe, Cu, Zn, Mn, B) e macro (P, K, Ca, Mg, Na) elementi nei frutti. L’indagine MRI (Bruker Avance 300SWB) è stata usata per indagare, in modo non distruttivo, la struttura interna del peperoncino attraverso esperimenti Multi-Slice Multi-Echo, che hanno prodotto immagini pesate in T2 (Fig. 1) e in T1. Questi parametri chimico-fisici insieme ad alcuni parametri morfologici [1,2], sono stati sottoposti ad Analisi Discriminante (LDA): i dati preliminari del raccolto 2015 indicano che MRI può discriminare il luogo di produzione di peperoncini dello stesso ecotipoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.